Dopo migliaia di anni di evoluzione sembra che per mangiare bene bisognerebbe ispirarsi agli uomini delle caverne e seguire la dieta del paleolitico … Chi l’avrebbe detto?
Almeno questo è quello che viene fuori da uno studio della Umeå University, in Svezia, presentato al novantottesimo meeting annuale della Endocrine Society a Boston.
I risultati potrebbero rivelarsi molto interessanti per quelle donne in menopausa che presentano condizioni di obesità o sovrappeso.
Come ha spiegato l’autrice dello studio Caroline Blomquist:
“La dieta paleolitica, ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi, può avere benefici a lungo termine sui disturbi correlati all’obesità, tra cui la riduzione del rischio di diabete e malattie cardiovascolari”.
Per giungere a questa conclusione è stato condotto un esperimento su 70 donne in menopausa obese, per 24 mesi, divise in due gruppi.
Al primo gruppo è stata assegnata una dieta di tipo paleolitico, in cui il 30% di energia proveniva dalle proteine, il 30% dai carboidrati e il 40% dai grassi insaturi; al secondo, invece, una dieta in cui il 15% di energia veniva dalle proteine, il 55% dai carboidrati e il 30% dai grassi.
I risultati hanno evidenziato che entrambe le diete portavano a una perdita di peso, in particolare a livello addominale, ma nelle donne che avevano seguito un regime alimentare “paleo” il livello di acidi grassi resistenti all’insulina era più basso, con una conseguente diminuzione del rischio di diabete e malattie cardiovascolari.
La dieta del paleolitico si ispira, appunto, al regime alimentare adottato dagli uomini delle caverne, prima dell’avvento dell’agricoltura.
Ne esistono varie versioni ma tutte si basano sul principio che bisognerebbe nutrirsi con alimenti che erano potenzialmente disponibili nel periodo del Paleolitico e perciò provenienti dalla caccia o dal raccolto.
Niente latticini, quindi, né sale, cereali, legumi o zuccheri raffinati, a favore di alimenti come carne magra, pesce, noci, semi, verdure, frutta.
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La dieta del paleolitico si ispira al regime alimentare adottato dagli uomini delle caverne, prima dell’avvento dell’agricoltura.
La versione della dieta utilizzata dai ricercatori dell’Università svedese prevedeva anche uova, frutti rossi e l’utilizzo come grassi aggiuntivi di semi di colza, olio di oliva e avocado.
Facciamo attenzione! La dieta del paleolitico, infatti, esclude degli alimenti come i legumi o i latticini la cui carenza potrebbe essere correlata a un deficit di calcio, magnesio o vitamina D.
Non buttiamoci, quindi, a capofitto su una dieta fai-da-te anche perché i risultati di una ricerca non implicano automaticamente che questo sia il miglior regime alimentare possibile, specialmente in un periodo così delicato come la menopausa.
Cerchiamo, quindi, di mantenere costantemente un’alimentazione sana ed equilibrata e, se decidiamo di intraprendere una dieta, ricordiamoci sempre di consultare prima uno specialista.
Per approfondire sulla dieta del paleolitico leggi l’articolo di Medicina 33