Nel periodo di transizione che porta alla menopausa conclamata, verso i 45-50 anni, il ciclo diventa irregolare: le mestruazioni saltano, poi tornano, in alcuni casi anche più volte nello stesso mese, risultano più abbondanti o, al contrario, scarse. Insomma, non ci sono più regole!
Questa condizione imprevedibile può contribuire ad aumentare ulteriormente lo stress mentale e fisico di noi donne, già alle prese con una situazione ormonale inedita e che, per quanto conosciuta, spesso ci coglie impreparate.
Come se non bastasse, a tutti questi cambiamenti si aggiungono anche perdite di sangue solitamente marroni, di difficile comprensione, chiamate spotting. Vediamo insieme di cosa si tratta!
Il termine spotting deriva dal verbo “to spot”, che in inglese significa macchiare; è un termine usato in ginecologia proprio per indicare queste perdite di colore scuro, che durante il periodo fertile si manifestano spesso in concomitanza con l’ovulazione, oppure al termine del ciclo.
In menopausa, però, quando il ciclo è ormai assente da più di 12 mesi, queste perdite ematiche assumono un significato diverso.
Potrebbe trattarsi, infatti, di un sintomo correlato a una problematica da non trascurare e per cui è necessario richiedere un consulto al proprio Ginecologo.
Ma quali sono le cause più frequenti di spotting in menopausa?
Come abbiamo visto, lo spotting è un fenomeno comune a molte donne che però, durante la premenopausa e la menopausa, può essere sintomo di alcune condizioni che necessitano di trattamento medico.
Le cause più frequenti di queste perdite intime durante la menopausa sono:
Se ti capita di notare perdite scure, quindi, rivolgiti al tuo Ginecologo, che potrà indagare le cause scatenanti e consigliarti il percorso migliore per alleviare o risolvere i disagi.
Le perdite di sangue in menopausa sono molto comuni, ma questo non deve per nessun motivo indurci a sottovalutare i sintomi.
Per individuare le cause scatenanti dello spotting, è bene sottoporsi ad una serie di esami che verranno prescritti dal Ginecologo. Sarà necessario effettuare un esame pelvico transvaginale o un’ecografia, per risalire ad eventuali anomalie.
È consigliato, inoltre, fare un Pap-test, a meno che sia già stato fatto negli ultimi 2 anni; si tratta di un esame di screening che consiste nel prelevare un campione di secrezione uterina attraverso un tampone, per escludere o individuare precocemente tumori della cervice uterina o eventuali alterazioni.
Il Ginecologo, se lo riterrà necessario, potrà consigliare di sottoporci all’isteroscopia, una tecnica che permette di osservare l’interno della cavità uterina attraverso una telecamera al fine di riscontrare anomalie.
Perciò, se anche tu hai notato perdite di sangue, non spaventarti! Tutte le cause di spotting possono essere risolte dopo aver accertato la diagnosi con l’aiuto del proprio Ginecologo.
Ci si può avvalere di cure farmacologiche nei casi di infezioni, infiammazioni ed atrofia endometriale, mentre polipi e fibromi possono essere asportati attraverso un intervento chirurgico.
Infine, nel caso di terapia ormonale, il Medico può decidere di adeguare il dosaggio o di valutare eventuali terapie alternative agli ormoni.